Disco ricordo, Roberto Vecchioni Samarcanda

roseto vecchioni

radioadriatico.altervista.org propone un brano musicale selezionato da Remo WJ che con lo slogan: Lasciate ogni speranza o voi che leggete, Un tuffo nel passato.
Nel suo spazio Disco Ricordo ci porta oggi con un tuffo nel passato del mare, nell’anno 1977.

Scritta da Roberto Vecchioni, tecnico del suono Bruno Malasoma, parla di un soldato che, sopravvissuto alla guerra appena finita, sta festeggiando lo scampato pericolo quando all’improvviso in mezzo alla folla vede una donna vestita di nero che lo guarda “con malignità”, personificazione della morte. Crede che sia lì per lui, e chiede al suo re un cavallo per scappare e fugge via andando in un paese lontano (Samarcanda) ma, proprio in quel paese, trova la morte ad aspettarlo, Il destino ha voluto che il soldato sia scappato proprio dove la morte lo stava aspettando, è ispirata ad una favola orientale presente nell’incipit del romanzo Appuntamento a Samarra di John Henry O’HARA e nelle Storie di Maghrebinia di Gregor von Rezzori, (una storia simile è narrata nel Talmud).

UGO FOSCOLO
Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda.

VICTOR HUGO
Morire non è nulla; non vivere è spaventoso.

SAN FRANCESCO D’ASSISI
rivolgendosi al suo medico: Non avere paura di dirmi che la morte è vicina, perché essa è per me la porta della vita.

GIOVANNI 11:25-26
Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi tu questo?

REMOZIONI: Parlare della morte, fa sempre paura, ma c’è una vita e c’è una morte, ma fino a quanto non arriva la morte, nel mezzo c’è tutta una vita da vivere, non dobbiamo mai vivere con la paura di dover morire, lo sappiamo che prima o poi accadrà, se la vita è sempre una sorpresa, potrebbe esserla anche la morte?

ROBERO VECCHIONI
SAMARCANDA
Ridere, ridere, ridere ancora,
Ora la guerra paura non fa,
Brucian nel fuoco le divise la sera,
Brucia nella gola vino a sazietà,
Musica di tamburelli fino all’aurora,
Il soldato che tutta la notte ballò
Vide tra la folla quella nera signora,
Vide che cercava lui e si spaventò
Salvami, salvami, grande sovrano,
Fammi fuggire, fuggire di qua,
Alla parata lei mi stava vicino,
E mi guardava con malignità
Dategli, dategli un animale,
Figlio del lampo, degno di un re,
Presto, più presto perché possa scappare,
Dategli la bestia più veloce che c’è
corri cavallo, corri ti prego
Fino a Samarcanda io ti guiderò,
Non ti fermare, vola ti prego
Corri come il vento che mi salverò
Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh oh
Fiumi poi campi, poi l’alba era viola,
Bianche le torri che infine toccò,
Ma c’era su la porta quella nera signora
Stanco di fuggire la sua testa chinò:
Eri fra la gente nella capitale,
So che mi guardavi con malignità,
Son scappato in mezzo ai grillie alle cicale,
Son scappato via ma ti ritrovo qua!
Sbagli, t’inganni, ti sbagli soldato
Io non ti guardavo con malignità,
Era solamente uno sguardo stupito,
Cosa ci facevi l’altro ieri là?
T’aspettavo qui per oggi a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa,
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua
Non è poi così lontana Samarcanda,
Corri cavallo, corri di là
Ho cantato insieme a te tutta la notte
Corri come il vento che ci arriverà
Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh cavallo oh oh

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